Una doverosa premessa

In questo momento parlare di soldi non è che sia proprio una cosa tanto intonata alla situazione generale, ma nondimeno è necessario, viste le giuste preoccupazioni di imprenditori e lavoratori, che si aggiungono a quelle di tutti noi per l’epidemia da coronavirus.

Partiamo dicendo che, nel momento in cui scrivo, il decreto con le misure a sostegno dell’economia c’è ma non si vede è stato ormai pubblicato da tempo in Gazzetta Ufficiale e possiamo avere un'idea chiara di quello che contiene, cosa peraltro non agevolissima. Siamo infatti tutti in attesa che il provvedimento annunciato ieri venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed assuma, da quel momento, forza di legge. Accadrà nelle prossime ore.

Alla pubblicazione del decreto sono poi finalmente seguite le circolari applicative emesse dall'INPS e l’aggiornamento del software INPS per la presentazione delle varie domande. Questo accadrà, ottimisticamente, nel giro di pochi giorni.

Dalla premessa ne discende che, al momento, parliamo di misure il cui funzionamento pratico non è ancora ben delineato il funzionamento dei vari strumenti è piuttosto ben delineato. Corriamo quindi ancora il rischio di dire qualche minchiata ma a questo punto sarebbe solo colpa nostra. Comunque, mano a mano che avremo notizie più precise, continueremo ad aggiornare questo articolo dandone riscontro a voi affezionati lettori dell'AltroParlante.

Una altrettanto doverosa raccomandazione

Continua a non essere assolutamente necessario che corriate presso i professionisti che vi seguono per presentare istanze e domande, perché:

1) Non c’è domanda che si possa fare al momento; Tutte le domande si fanno online;

2) Dovete stare a casa. Ammassarvi dentro o fuori uno studio professionale è solo un’ottima occasione di contagio. E visto che prima il contagio lo fermiamo, prima possiamo forse immaginare di far partire la stagione turistica è meglio che non uscite. Peraltro mail, whatsapp e tutto il resto vi consentono di mettervi in contatto coi vostri consulenti senza cacciare il naso fuori dalla porta.

Chi un lavoro ce l’ha

Cominciamo da quelli che attualmente sono inquadrati come dipendenti di un’azienda.

Vista la chiusura temporanea di quasi tutte le attività è molto probabile che in questi giorni stiate vivendo un periodo di ferie forzate. La notizia  ormai nota è che non perderete né il lavoro né lo stipendio.

Il decreto 18/2020 vieta innanzitutto i licenziamenti per motivi economici effettuati a partire dalla data di pubblicazione e quindi dal 17 marzo. Perciò non c’è pericolo che perdiate il posto.

Inoltre il decreto prevede, per tutte le imprese, ma solo in riferimento ai lavoratori assunti prima del 23 febbraio, l’utilizzo di due strumenti a tutela degli stipendi: il Fondo di Integrazione Salariale e la Cassa Integrazione in deroga. I due strumenti funzionano in maniera simile ed il fatto che ne venga usato uno piuttosto che l’altro dipende dalle dimensioni dell’azienda.

In breve questo significa per i lavoratori ricevere l’80% della paga normale con un massimale di circa 1.190,00 euro lordi. Il pagamento avverrà, per le imprese con più di cinque dipendenti, a discrezione dell’azienda, direttamente da parte del datore di lavoro (come una normale busta paga) oppure da parte dell’INPS a mezzo bonifico (come succede per la disoccupazione). Per le aziende con meno di cinque dipendenti il pagamento potrà avvenire solo da parte dell'INPS, bisognerà quindi portare un po' di pazienza perché è probabile che l'INPS non sarà rapidissima. Anche se il governo rassicura che i pagamenti verranno effettuati con la massima celerità, addirittura a partire già dal 15 aprile. In tutti i casi l’azienda non pagherà contributi per il periodo in esame, ma al lavoratore verrà riconosciuta la contribuzione figurativa valida a tutti gli effetti ai fini pensionistici. Insieme al sussidio verrà pagato pure il bonus Renzi. Gli Assegni Familiari saranno invece pagati ai soli dipendenti delle aziende con più di cinque dipendenti. La durata del trattamento è attualmente prevista in un massimo di 9 settimane decorrenti dal 23 febbraio e spendibili fino al 31 agosto secondo le necessità del datore di lavoro. Vista la situazione immaginiamo che tutte le aziende cercheranno di attivare ora, e non a luglio o agosto, il provvedimento.

 

Chi il lavoro invece non ce l’ha

Una cosa è certa: non c’è nessun prolungamento della disoccupazione.

Chi è attualmente disoccupato ed ha concluso la fruizione della NASPI potrà godere, a certe condizioni, di un sussidio di 600 euro per il solo mese di marzo. Riteniamo che, qualora l’emergenza continuasse, sarà adottato un nuovo decreto riguardante un nuovo sussidio per il mese di aprile. Le condizioni per accedere sono:

1) Aver perso il lavoro dopo il 1^ gennaio 2019. Questo serve ad evitare che goda del beneficio pure chi non ha mai lavorato o non ha lavorato recentemente;

2) Essere un dipendente stagionale. E qui si apre un mondo.

Le domande potranno essere presentate da mercoledì 1° aprile sul sito dell'INPS nella sezione dedicata alle prestazioni a sostegno del reddito (come già accade per l'indennità di disoccupazione). Due cose importanti: 

1) Per chi non ha il PIN l'INPS ha introdotto un sistema semplificato che consente di richiedere questa sola prestazione in maniera immediata. Quindi chi ne fosse sfornito potrà chiedere il PIN online ricevendone la prima metà via SMS, questa metà sarà già sufficiente ad effettuare il login e chiedere i 600 euro. Per qualsiasi altra prestazione occorrerà invece ttendere l'arrivo della seconda metà del PIN via posta.

2) Non sarà necessario allegare alla domanda il modello SR163 (per intenderci quello contenente l'IBAN che si porta a vidimare in banca).

Cosa significa essere dipendenti stagionali

Dicevamo che occorre essere dipendenti stagionali. Noi a Capri viviamo nella percezione, per certi versi giusta, di essere tutti dipendenti stagionali. Purtroppo per legge antica e consolidata non è così. La qualifica di lavoratore stagionale discende da due possibili fonti:

1) Il DPR 1525 del 1963, che elenca tutta una serie di attività stagionali spesso ormai desuete. In questo elenco troviamo però le aziende turistiche che osservano periodi di chiusura di almeno settanta giorni consecutivi nell'anno (ad esempio i nostri alberghi);

2) I Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, qualora prevedano espressamente la stagionalità. Un esempio per tutti il contratto dei Pubblici Esercizi (bar, ristoranti, stabilimenti etc.). Tanti altri CCNL la stagionalità invece non la prevedono.

Tutti i lavoratori che non rientrano in queste tipologie, per quanto occupati in cicli stagionali, sono normali dipendenti a tempo determinato.

Da quanto si può comprendere al momento è solo a quanti lavoravano presso aziende con le caratteristiche della stagionalità (a prescindere dalla qualifica o dal livello di inquadramento), che verrà riconosciuto il sussidio. I grandi esclusi sono, almeno per ora, i dipendenti delle attività di commercio in senso stretto (i commessi e le commesse insomma).

Come farà l’INPS a verificare a chi spetta il contributo e a chi no lo vedremo nei prossimi giorni (ci sono diverse possibilità e tutte piuttosto tecniche).

I lavoratori autonomi

Anche per artigiani, commercianti e professionisti iscritti alla gestione separata INPS è previsto il sussidio da 600 euro. Anche per loro valgono le indicazioni relative al PIN ed al modello SR163. Per i soli artigiani e commercianti è previsto un credito di imposta che copra il 60% dell’affitto pagato a marzo. Funzionerà così: voi pagate l’affitto di marzo  e il fisco vi scalerà dalle imposte future il 60% del canone di locazione pagato. Il locale che tenete in affitto deve necessariamente appartenere, per godere del beneficio, alla categoria catastale C/1. Sembra che nel prossimo decreto, previsto per aprile, il governo abbia intenzione di ampliare questo beneficio.

A tal riguardo appare utile fare cenno ad una voce che si sta diffondendo in questi ultimi giorni e che riguarda la sospensione del pagamento dei canoni di locazione. A parere di chi scrive si tratta di un'interpretazione assolutamente faziosa delle norme e, soprattutto, non assistita da validi presupposti giuridici. Non è da sottovalutare poi come una sospensione unilaterale del pagamento dei canoni di locazione commerciali sia evidentemente foriera di un deterioramento dei rapporti tra le parti contrattuali e di contenziosi dall'esito probabilmente nefasto. A ciò si aggiunga pure che chi non paga il canone di locazione non può poi accedere al credito d'imposta di cui sopra. Tralasciamo invece qualsiasi considerazione circa l'opportunità che un'associazione imprenditoriale nazionale faccia circolare, attraverso le sue emanazioni locali, una bozza di lettera relativa alla suddetta sospensione dei canoni.

I professionisti

E' notizia di queste ore (dopo la pubblicazione del relativo decreto ministeriale) che anche i professionisti iscritti alle casse di previdenza private (avvocati, commercialisti, architetti, farmacisti e chi più ne ha più ne metta)possono accedere all'indennità da 600 euro che deve però essere richiesta non all'INPS ma alla propria cassa di appartenenza. Per poter accedere al beneficio occorre aver avuto, nell'anno 2018, un reddito inferiore ai 35.000,00 euro o, in caso di reddito 2018 tra i 35.000,00 ed i 50.000,00 euro, aver subito nella prima parte di questo 2020 una riduzione del reddito, rispetto al primo trimestre 2019 di almeno il 33%

Per chi ha un mutuo o un prestito da pagare

È riconosciuta la possibilità, per i lavoratori autonomi e liberi professionisti, di chiedere la sospensione delle rate dei mutui sulla prima casa, dietro presentazione di apposita autocertificazione attestante la perdita, nel trimestre successivo al 21 febbraio 2020, di oltre il 33% del proprio fatturato rispetto all’ultimo trimestre 2019. (da valutare attentamente con il proprio commercialista e con il proprio istituto di credito in base ai regolamenti da esso applicati). La misura è limitata ai mutui di importo massimo di euro 250.000,00, ma sembra che la conversione parlamentare del Decreto dovrebbe innalzare tale soglia a 400.000,00 euro.

Sospensione rimborso prestiti Pmi: Il pagamento delle rate dei prestiti accordati da banche o altri intermediari finanziari alle Pmi e alle microimprese è sospeso fino al 30 settembre 2020. La data di restituzione dei prestiti non rateali con scadenza anteriore al 30 settembre 2020 dovrà essere rinviata fino a quest’ultima data. Le linee di credito accordate “sino a revoca” e i finanziamenti accordati a fronte di anticipi su crediti non possono essere revocati fino al 30 settembre. È in ogni caso richiesta la presentazione di un’autocertificazione con la quale la Pmi attesta di aver subito una riduzione parziale o totale dell’attività quale conseguenza diretta della diffusione dell’epidemia da COVID-19(Anche questa è da valutare con il proprio istituto di credito in base ai regolamenti da esso applicati)

I comuni

Per tutte le categorie di cui sopra ci saranno probabilmente misure di sostegno introdotte a livello comunale. Da Capri già si è annunciata la sospensione dei tributi comunali (resta da vedere per quanto tempo), mentre è auspicabile ed io ne ho piena fiducia che anche ad Anacapri si compia, in tempi rapidi, la stessa scelta. Il Comune di Capri ha per ora sospeso la riscossione di tutti i tributi comunali riservandosi poi l'emanazione di un nuovo calendario fiscale. Anche il Comune di Anacapri ha sospeso la riscossione dei tributi approvando un nuovo calendario fiscale interamente centrato sul secondo semestre dell'anno. Entrambi i Comuni, compatibilmente con la propria situazione finanziaria e con gli aiuti che arriveranno da Roma, annunciano future misure a sostegno soprattutto dei ceti più deboli e del comparto turistico. Intanto nell'ultima conferenza stampa il premier Conte ha annunciato il trasferimento, in tempi rapidi, ai comuni di fondi per venire incontro alle esigenze primarie dei cittadini più indigenti. 

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