Al termine della partite con il Real Madrid, il presidente De Laurentiis ha sfoderato una prestazione memorabile almeno quanto la partita. Per chi se la fosse persa, proponiamo la trascrizione integrale dell'intervista (una faticaccia tra strilli e berciate), senza omissis e censure. Il Dela, che talvolta ci fa sorridere, mettere le mani nei capelli, chiedere la grazia alla Madonna, stasera ci è sembrato un vero Altroparlante e ha dato a Cesare quel che è di Cesare. Con buona pace di tanti.
"Buonasera Presidente, poco fa era nello spogliatoio per abbracciare e per complimentarsi con questa squadra. Credo di poter interpretare la sensazione…"
- La delusione di Madrid questa sera non c'era, il risultato è stato lo stesso ma abbiamo giocato un po', hanno giocato un primo tempo secondo me esemplare e hanno anche dato nel secondo tempo il massimo. Il Real Madrid è il Real Madrid e quindi sono campioni del mondo, per noi è già stato un grande -diciamo- successo poter giocare con loro. I tifosi hanno regalato questa sera uno stadio esemplare, meraviglioso, hanno sostenuto la squadra. Avevamo degli ospiti eccellenti stranieri e italiani, i quali hanno potuto ammirare uno stadio da noi allestito per quanto riguardava la parte del cibo e quindi con anche la tradizione napoletana sul piano culinario, che non ha uguali nessun'altra parte del mondo, e dall'altro lato il grande pubblico hanno fatto grande anche uno stadio che soffre dalla sua della sua vetustità di tanti decenni. -
"Stasera cazzimma in abbondanza presidente, mi permetta la battuta..."
- Mi fa piacere che questo termine sul quale tutti quanti si sono meravigliati, tutti quanto hanno detto ma De Laurentiis cosa avrà voluto dire con questo cazzimma? Poi invece ho visto che addirittura la gazzetta dello sport che notoriamente è il giornale della Juventus, del Milan e dell’Inter ha cazzimmato e ha aperto con una doppia pagina sulla cazzimma. Vedete, la ricchezza dell'Italia è proprio in tutte queste regionalità, in questi dialetti. Quando questi dialetti grazie al cinema, grazie al calcio, che sono due aspetti popolari, che ci rappresentano in ogni loro dimensione, possono trasportare questo dialetto e questa regionalità a livello nazionale e diventano quindi determini poi recepiti, utilizzabili da tutti. Perché dire “cazzimma” proprio ti riempie la bocca quasi di gioia e di realisticità. Il termine una volta lo dissi, mi ricordo, a Peppino di Capri: “ Peppino ma tu sei proprio cazzuto”, lui si offese “Ma che mi hai detto?” “ Ma no no, dire cazzuto vuol dire dire che sei straordinario". Lui aveva già 65 anni, gli dissi "Ma tu sei arrivato a 65 anni , sei napoletano e non sai cosa vuol dire cazzuto? Mi meraviglio di te”.
"Mi dica se gliel'ha detto anche a Maurizio Sarri questa questo termine poco fa, perché abbiamo saputo di questo incontro e che ha scherzato. Maurizio Sarri ha detto che avete parlato di cinema. Insomma il caso tra virgolette è chiuso, è tutto apposto con il suo allenatore?"
- Non c'è stato mai un caso aperto, se qualcuno si vedesse un attimino l’intervista che Veltroni mi ha fatto e che ha circolato sul web, io ho sempre parlato di Maurizio Sarri come un esteta del calcio e come un grande allenatore. Quando io sono uscito e sono venuto proprio da voi, l'unico che mi ha fedelmente riportato è stato il Corriere dello Sport: io non ho parlato male di Maurizio Sarri ce l'avevo con la squadra, tant'è che salvai soltanto Insigne, dicendo la squadra è arrivata evidentemente sgonfia e demotivata in una partita estremamente importante ed estremamente responsabile (?) Poiché i giornalisti del Nord e mi odiano perché odiano il Napoli, perché sono tutti quanti al servizio del Nord... insomma tesoro mio è da Camillo Benso di Cavour che il Nord odia il Sud anche se poi la Juventus è una squadra del Sud molto suddista. Si sono scatenati tutti quanti contro perché basta far casino e creare il disappunto dentro casa degli altri: così almeno gli scasiniamo un po' i rapporti e vediamo un attimo di aggiungere ad una sconfitta altra cattiveria così magari perdono. E difatti contro l'Atalanta abbiamo riperso non solo all’andata, ma anche al ritorno. Però poi con la Roma ci siamo rifatti.-
"Ad equivocare ci si mette poco, quando il presidente ha parlato di Gazzetta dello Sport che è il giornale della Juventus, del Milan e dell’ Inter... "
- La Gazzetta dello Sport è sempre stato contro il Napoli, ragazzi. Mimmo Malfitano che mi dispiace che è stato aggredito e accusato, ma è sempre stato un tifoso della Juventus. -
"Presidente, mi perdoni, però lei ha usato anche adesso l'”odio” dei giornalisti del Nord nei confronti del Napoli. Mi permetta di dirle che la parola odio non la userei. Io non voglio suggerirle e né tantomeno criticare quello che lei assolutamente è libero di dire, però la parola odio io non credo sia aderente…"
- Guardi io vivo questo Paese, lo racconto da 43 anni attraverso i miei film e le posso assicurare che c’è una contropposizione italiana dov'è il nostro grande presidente Napolitano ha cercato di inneggiare l'unità italiana; ma se c'è un paese disunito e regionalizzato per tanti motivi storici è proprio l’Italia. Mi dispiace che Lei che fa cultura perché è un giornalista non se ne renda conto. Poi perché siamo, ripeto, in un regime anche silente dove dobbiamo dire anche quello che non pensiamo Lei continui anche su questa strada. Io poiché sono un vero democratico e sono uno che ama la libertà d'espressione, perché mi considero un cittadino libero che paga le tasse, dico quello che penso e nessuno mi può chiudere la bocca. -
"Ma io non le sto chiudendo la bocca, però come lei esprime la sua opinione mi permette anche di esprimere la mia opinione anche perché se poi lei cita la Gazzetta dello Sport perché ha un editore che poi è il presidente del Torino.."
- Oggi…ma ancora ci deve mettere mano il Sig. Cairo che è un amico, una persona molto per bene -
"Poi non so la compagine azionaria nella storia della Gazzetta dello Sport ma fino a poco tempo fa era riconducibile alla famiglia Della Valle.."
- Molto limitatamente, molto parzialmente… -
"Nel momento in cui il corriere dello sport, le cito l’attacco del fondo in prima pagina di Alberto Polverosi oggi che dice che il Napoli era tifato dalla Val d'Aosta a Santa Maria di Leuca, dal Friuli Venezia Giulia fino alla punta più estrema della Sicilia ecco discorso sull'odio nei confronti del Napoli, mi perdoni, libero, mi permetta di disocciarmi..."
- Guardi il Corriere dello Sport è sempre stato un paladino del calcio Napoli. Da sempre. Lei si guardi storicamente la storia del Corriere dello Sport e della Gazzetta dello Sport e li confronti: si vada a vedere le copie che vende La Gazzetta Dello Sport a Napoli e le copie che vende il Mattino e il Corriere dello Sport, se li confronti e poi lei, da solo, si darà una risposta. -
"Però mi perdoni sempre io con con grande rispetto delle sue opinioni.."
- Ma lei prende soldi dalla Gazzetta dello Sport? -
"Io non sto lavorando per la Gazzetta dello Sport… ho un altro datore di lavoro"
- Sta facendo il difensore della gazzetta dello sport, Io non la capisco questa storia. Stiamo parlando di una partita memorabile, una partita straordinaria dove hanno giocato in maniera strepitosa i miei calciatori e dove Maurizio Sarri ha dato una lezione di calcio esemplare, punto e basta. Fine dei giochi -
"Guardi è quello che stiamo dicendo, ma proprio perchè è questo che stiamo dicendo, mi perdoni di dire, nel rispetto delle tue opinioni, che la partita del Napoli questa stasera ha unito tutti gli italiani, senza nessun odio, anzi solo con ammirazione e amore nei confronti del Napoli. Però se vogliamo fare una polemica la lascio libero..."
- Ma meno male, meno male, ma meno male, meno male. Non sono l’uomo delle polemiche ma dopo 12 anni di calcio mi sono anche stancato. -
"No no va bene certo comunque io guardo mi sentivo di dirlo nel rispetto anche di tutti gli abbonati non solo napoletani che questa sera hanno applaudito il Napoli."
Ma andare nei vari stadi e sentire “Lavali con il fuoco” è molto antipatico e vedere che gli italiani su questo fatto non si ribellano, ed è un discorso estremamente volgare e cafone, a me da’ molto fastidio. Io non mi sono mai sognato di un milanese, di un veneto o di un torinese “lavalo con il fuoco” Vesuvio, potevo dirlo dato che il Vesuvio mi appertiene essendo napoletano. Avrei potuto dirlo io “lavatevi con il fuoco. MAI VENUTO IN MENTE. Anzi le prime volte che lo dicevano mi veniva quasi da sorridere perché in fondo pane e circense dal Colosseo non è cambiato nulla. Però vorrei che il pubblico che va allo Stadio crescesse anche culturalmente e questa sera il pubblico napoletano ha dato una dimostrazione di crescita culturale.
"Senza dubbio e tutti lo abbiamo sottolineato anche mostrando le immagini dal primo all'ultimo minuto: da quando la gente è entrata allo stadio a quando la gente sta defluendo adesso allo stadio cantando la canzone che unisce tutti i napoletani ma viene ascoltata con piacere da tutti gli italiani, lei poi ha citato una frase, delle espressioni, alle quali personalmente non mi sono mai sentito di dare risalto, proprio perché si dà risalto quanto di più becero avviene, per fortuna in alcuni momenti e in alcune partite, che però non va pubblicizzato mi perdoni ma condannato ma al tempo stesso non va pubblicizzato comunque stiamo andando su un altro discorso."
Sei a piazzale Tecchio e Lo vedi. Il San Paolo. Finalmente.
Finalmente perché, con qualunque mezzo di trasporto tu sia arrivato fin là, macchina/autobus/taxi/metro/cumana, salvo miracoli, ci hai messo una vita.
Perchè Napoli, oggi, è il Caos. E se sta piovendo, va be', non ne parliamo proprio.
Sulle strade, infatti, si sono riversate trenta, quaranta, a volte, sessantamila persone, che si mescolano al già inestricabile, eterno andirivieni cittadino.
Tutti in pellegrinaggio verso Fuorigrotta. Oggi è il giorno della partita.
E vedi gente insofferente, impaziente e lamentosa, attaccabrighe e pronta a maledire chiunque ostacoli il suo inesorabile cammino.
Con i nervi a fior di pelle per la trepidante attesa, anche quelle persone estremamente pacifiche nel quotidiano, perlomeno da lunedì a sabato (salvo anticipo del sabato sera), fanno questioni con chiunque sia a tiro: solitamente a fare le spese del clima teso sono automobilisti poco scattanti e passeggeri che bloccano l'uscita dai mezzi pubblici.
Ma, sopratutto, oggi è il giorno in cui il collerico tifoso se la prende con l'Autorità, in qualunque forma essa si presenti.
Il giorno della partita, infatti, chiunque a Napoli rappresenti l'ordine costituito non avrà vita facile e, a seconda dei casi e dei percorsi prescelti, vigli urbani, bigliettai, controllori, steward, forze dell'ordine e semafori diventeranno valvole di sfogo per il rissoso napoletano in prepartita.
Quindi, se sei arrivato su strada, di certo, hai ammirato i leggendari ingorghi partenopei in tutto il loro splendore. Inoltre, hai pure il problema del parcheggio. Ci sono auto e motorini fermi ovunque, nel raggio di chilometri: tappezzano i fianchi delle strade o sono incastrati in ogni piccolo anfratto, anche dove sembra fisicamente impossibile.
Ma non disperare. Perché a Napoli, durante le partite e non, tra i servizi più efficienti che siano a disposizione dell'utenza c'è quello dei parcheggiatori abusivi.
Essi, croce e delizia dell'automobilista partenopeo, di solito male in arnese e poco presentabili, sono, però, maestri della manovra e infallibili scopritori di pertusi dove infizzare la macchina.
Sicuri di sé, organizzano il traffico e ti indirizzano là o qua.
La tariffa è, naturalmente, quella rispettata in tutta Napoli e provincia dalla categoria: “Capo, 'na cosa a piacere”. Questo obolo, però, ha ben poco di discrezionale. Immancabilmente, infatti, in cambio di una offerta fino ai due euro riceverai uno sguardo torvo che ti lascerà con un dubbio angosciante sul tuo futuro prossimo, e già ti vedi, al termine della gara, a bestemmiare tutti i santi proprio lì dove avevi parcheggiato l'auto, che ora non c'è più.
Poi, preparati, che se “oggi ci sta 'a Cempions” la tariffa sarà maggiorata, data l'importanza dell'evento. E mi pare giusto!
Inutile dire che, di certo, l'amico parcheggiatore, all'inizio della partita, si assenterà dal posto così ben presidiato fino ad allora.
Ma, è probabile, che a Napoli durante la partita nemmeno i mariuoli lavorano.
Anche i mezzi su rotaia si riveleranno una scelta, ugualmente, infelice.
Puoi arrivare qui o con la Metro2, famigerata linea che “va' capisc' quando passa” o con la Cumana, che ha, invece, nei giorni in cui si gioca al San Paolo, la comodità di mantenere, a Luglio così come a Gennaio, la temperatura costante di trentotto gradi, grazie all'alta densità di persone per metro quadro. Le puzze allegate sono, purtroppo, uno spiacevole inconveniente.
Ma non ti affannare. E' inutile che cerchi disperatamente di arrivare al finestrino per cercare un po' d'aria. Il finestrino è rotto e non si apre. Te l'assicuro.
Ti avvicini allo Stadio e cammini tra centinaia di persone, bancarelle e furgoncini ambulanti.
Qui a Piazzale Tecchio puoi comprare tutto il necessario per affrontare la gara: cappellini e sciarpe, tra le quali, la più ricercata: “Juve Merda”, e divise dei tuoi beniamini del momento e del Più Grande di Tutti. Tutto il merchandising che vedi è rigorosamente falso, o meglio, non ufficiale.
Solo un piccolo Napoli Store ti ricorda dell'esistenza dei prodotti autentici della Società.
Ed in bella mostra sul manichino la tuta della Squadra, tra gli abiti più utilizzati dal tifoso partenopeo vestito a festa.
Difficilmente noterai tifosi andare al San Paolo vestiti in tal modo, perché qui la tuta del Napoli è catalogata alla voce “vestito bbuono” da sfoggiare più per lo struscio in via Toledo e per le grandi occasioni, che come divisa ufficiale da stadio: “Con quello che l'aggio pagato. Posso mai andare a sporcarlo allo Stadio??!”.
E poi cibo. Tra le proposte: sasicc, friarielli, nocelle, porchetta, mulignan, pistacchi, hotdog, pizzette, acqua, coca cola, birra.
E, tra i vari petulanti della domenica di Fuorigrotta, e chiunque sia stato al San Paolo lo sa, l'evergreen rimane sempre: “''O Borghetti. Solo un euro”.
Il Caffè Borghetti è un liquore al caffè, venduto in contenitori monodose di plastica, che spopola nelle prossimità e all'interno degli stadi italiani, e che, probabilmente, nessuno mai ha bevuto in altro luogo della terra, e le bottiglie del liquore suddetto (esistono! davvero!) continuano a riposare, tristi e polverose, sulle mensole più alte di pochi, audaci bar.
Al pubblico di tifosi da divano e poltrona, ed in particolare, a quelli che tra le varie, condivisibili, ragioni per cui non vale la pena andare allo stadio annoverano anche la possibilità di vedere tra primo e secondo tempo il culo della Ilaria D'Amico di turno, 'o Borghetti è, invece, noto per una ricordevole pubblicità andata in onda, per anni, tra primo e secondo tempo, con Madalina Ghenea in abito nero scollato.
Poi, tra i tanti richiami, riconosci: “Curva e Distinti. Chi vo' fa o' distinto?”.
E vedi il Bagarino, che compra tanti, tantissimi biglietti a prezzo di costo al momento dell'uscita, spera nel pienone e il giorno della gara, si piazza a Piazzale Tecchio e ripete il ritornello di cui sopra, cercando di rivendere i biglietti con guadagno. Il napoletano s'arrangia. Si sa.
Il mestiere è antico ma ha avuto tempi migliori ed Il Bagarino è ormai caduto in disgrazia e attraversa un periodo di forte crisi delle vendite. E' stato una delle prime vittime della stretta dello Stato sulla sicurezza negli stadi ed il biglietto nominativo per le partite gli ha incasinato assai la vita.
Nonostante la congiuntura sfavorevole, però, il Bagarino, imperterrito, con la pioggia o con il sole, è ancora presente ad offrire i suoi servigi.
Va detto, però, ad onor del vero, che, a tutt'oggi, l'attività di bagarinaggio rimane tra le poche arti napoletane doc, al pari di quelle legate a pizza e criminalità, che consentono di poter sognare un futuro pieno di speranze, lontano dalla terra natia.
Tra i mestieri privilegiati, infatti, che permettono al napoletano di poter partire con una valigia di cartone e andarsi a rifare una vita in altro posto d'Italia e del Mondo c'è, di certo, quello del bagarino: non vi stupite quindi, se, trovandovi per un evento sportivo a Milano, Torino, Monaco di Baviera, Madrid, Parigi, Oslo, riconoscerete il chiaro accento campano del nostro amico in trasferta.
Pensateci, prima di iscrivervi all'Università. A Napoli le opportunità per sbarcare il lunario ci sono: basta coglierle.
Vai verso i tornelli. Se sei fortunato hai un biglietto tribuna. Ottima scelta: entri velocemente, pochi controlli, posto numerato assicurato.
Altrimenti hai un biglietto per gli altri settori. E so' cazzi.
La fila per i Distinti è abbastanza ordinata e la gente sembra portare pazienza e limitarsi a qualche estemporanea lagnanza e alla ricerca di un interlocutore con cui condividere le proprie pene.
Se invece il tuo biglietto è per la curva allora di certo assisti all'apoteosi della fila alla napoletana.
Ti ritrovi, infatti, di fronte ad una insensata ressa, uno ncuoll' a n'at, gente che spunta da ogni dove e si getta nella mischia, pronta a fare il posto a quello davanti.
Ci si agita, si suda, e, immancabilmente, ci si ritrova scamazzati e compressi in uno spazio minuscolo con un fianco pressato sulle barriere e il viso schiacciato sulla schiena del tipo davanti a te che, intanto, grida a squarciagola “non vuttate” mentre il più saggio della folla che gli fa eco: “tanto trasimme tutt quant”.
E stai certo che, nella mischia eterogenea, composta, in larga parte da guagliunastri under 35, immancabilmente, ci sarà un bambino, male accompagnato dal padre o dal fratello maggiore.
Tant'è che il grido che, ieri, oggi, e domani, in occasione di affollate manifestazioni impazza nelle code/resse/risse partenopee è il seguente “Accort, guagliù, che cca c stann e criatur”. Perché, appunto, c'è sempre un criaturo nelle file dello stadio accompagnato da un parente col quale è meglio non discutere, perché, invariabilmente, incazzato e preoccupato dei sicuri rimbrotti della madre nell'eventualità in cui riporti a casa un figlio, anche leggermente, ammaccato.
E, quindi, impara. Allo Stadio la fila la si fa in altro modo.
Bisogna che ti fai rispettare: impostati, allarga le spalle, mano ai fianchi in posa mussoliniana, gomiti larghi. Solo così ci si può creare quel poco di spazio vitale nelle resse napoletane fuori lo stadio. E poi attendi, paziente ma con l'occhio vigile e furbo di quello che non si fa fregare.
Ah, e naturalmente portafoglio nella tasca davanti perché, va bene che qua abbiamo tutti il cuore biancazzurro, ma, non si può mai sapere.