Caro Franco, siamo felici ed onorati che, nel corso della presentazione della tua Lista Anacapri, tu ci abbia dedicato tanto tempo. Non crediamo di meritarlo e perciò te ne siamo ancora più grati.
Speriamo che il tempo possa appianare le incomprensioni e tu possa redimerci. Ci sei riuscito con tanti altri, perché non con noi?
Hai ragione, ci vorrà pazienza, lavoro e tenacia, ma con queste prospettive, con queste persone, il futuro amministrativo del nostro paese è assicurato per altri 25 anni. Ne abbiamo di tempo allora.
Lo sai, per noi è difficile. La nostra condizione sembra irreparabile, ma ti preghiamo, non disperare.
Abbiamo evidentemente contratto qualche strana malattia che ci rende portatori di opinioni ridicole, saccenti della politica. E' un peccato essere nati già vecchi,ma la cosa più grave è che non mostriamo quasi mai volontà di guarigione, non ci confrontiamo se non con noi stessi, non ci rinnoviamo, non abbiamo il coraggio di vivere il paese, tanto meno gli attributi di metterci in gioco.
A volte, dopo una di quelle lunghe notti turbate da sogni dove apparite tu o il commissario prefettizio, cerchiamo pure noi di svegliarci alle sei. Niente. Non ci riusciamo. Nessuna sveglia può farci alzare.
Alle sei si alza la gente che lavora, noi, noti scansafatiche e smanettoni di facebook, apriamo gli occhi dopo le undici, cominciamo ad esaltarci per qualche sparuto “mi piace” e possiamo finalmente trovare l’unica soddisfazione per il nostro ego. In fondo siamo personaggi che non hanno mai avuto contatti veri con la gente.
Ma tu puoi salvarci.
Tu, vero democratico che ha sempre tratto insegnamento dal dissenso. Tu, che fai del dialogo il tuo credo. Tu, che ami, in tutte le materie, le decisioni collegiali. A proposito, tu che sei pure bravo coi sinonimi, quale definizione di collegio dobbiamo prendere?
Su una cosa però sbagli.
No, no, non sul fatto che “nun simm nisciun”, quello è vero.
Sbagli a pensare che siamo accecati dall'odio, sbagli a pensare che seminiamo veleno di ogni genere su di te.
Franco, vogliamo allora approfittare della tua immeritata attenzione per dirti che ti vogliamo bene.
Scusa se non sempre riusciamo a dimostrartelo. Scusa se tante volte facciamo fatica a spiegarci. Tra noi c’è un difetto di comunicazione, è evidente.
Noi dicevamo che nel 2029 potresti sentire, pur essendo il leone di sempre, gli acciacchi dell’età. Tu pensi che noi ti consideriamo vecchio.
Noi ti elogiamo per il fatto che ogni mattina vai al Comune fin dalle sei, così che possiamo continuare a dormire beatamente. Tu pensi che non apprezziamo i tuoi sacrifici.
Noi constatiamo che anche questa volta hai avuto l’ingrato compito di formare due liste per evitare l’arrivo del temuto Prefetto. E tu ci immagini a tifare per lui e ad accompagnarlo, con lo sciamarro in mano, ad abbattere le case.
Nulla di strano. Succede anche nelle coppie più affiatate che ci siano piccole e superabili incomprensioni.
Quindi, anche se il nostro è un amore contrastato, tempestoso e forse non ricambiato, oggi vogliamo gridarlo a tutti:
TI VOGLIAMO LITIGIOSAMENTE, INSOFFERENTEMENTE, INDOCILMENTE, OSTINATAMENTE, INDOMABILMENTE, TENACEMENTE, ATTACCABRIGAMENTE (ci sarà un avverbio per attaccabrighe!?), RISSOSAMENTE, INTRANSIGENTEMENTE BENE.
Con affetto, l’AltroParlante