"A Capri prevale l'egoismo e l'ipocrisia."
"I Capresi hanno la malattia dei soldi. Ognuno cura solo il proprio orticello."
"Non c'è senso di comunità. I Capresi sono disuniti e per questo gli interessi stranieri hanno sempre la meglio."
Chi non ha mai ascoltato queste affermazioni sui social o nei bar e chi ha mai potuto confutarle. Purtroppo sono vere al 99%, come cittadini facciamo abbastanza schifo. Una comunità non si costruisce a tavolino né sui social, ma è un processo lungo di relazioni sociali, di reciproco riconoscimento, di empatia, di amicizia e condivisione di una visione di un futuro insieme. Queste cose dovrebbero essere coltivate fin da bambini attraverso i giochi e le prime esperienze di socializazione. Ci vogliono più luoghi di aggregazione.
Il centro di Capri ha avuto per qualche anno un parchetto dove ciò si poteva fare, poi causa l'incuria e l'azione di qualche vandalo il parchetto è diventato luogo insicuro per portare i bimbi a giocare. Dopo un po' di lungaggine burocratica causata da un cittadino che non voleva il parchetto vicino alla propria proprietà, i lavori di riqualificazione erano partiti e sembravano procedere a grande velocità. Alla fine si trattava di un parchetto non di una cattedrale.
Cambia l'amministrazione e si ferma tutto. Oggi 25/08/2019 su un giornalino locale si legge una sfilza di irregolarità che inficiavano il progetto del parchetto che sono incredibili, nel senso che sono proprio poco credibili. Non ho mai visto un parchetto con i bagni esclusivi dedicati ai bambini e alle mamme, ma oggi si afferma che sono indispensabili anche quelli. La sensazione è che sono prevalsi interessi di pochi e si usi un giornalino per sparare un mucchio di ipotetici problemi nella speranza di azzeccarne almeno uno.
Ha prevalso nuovamente la cura del proprio orticello, questa volta a danno dei più piccoli. Vaffanculo il senso di comunità, vaffanculo i bambini, vaffanculo il futuro di Capri.