Tolto Zlatan Ibrahimovic, si può pacificamente affermare che lo svedese più popolare di sempre sia il medico Axel Munthe, costruttore di Villa San Michele ad Anacapri ed autore de La storia di San Michele, il libro più venduto del '900 dopo la Bibbia e il Corano. In questa autobiografia, Munthe narra le vicende e le avventure da lui vissute nei suoi tantissimi viaggi, dalla terra dei Lapponi alle coste africane, realizzando un bellissimo ritratto dei luoghi e delle persone incontrate nelle tante peripezie.
Ovviamente nel libro c'è anche tanta Capri, con i personaggi e le situazioni dell'epoca. E se c'è qualcosa che proprio non poteva sfuggire all'autore, essa è l'incredibile rivalità che distingueva i due comuni isolani.
C'è un episodio in particolare, nel libro, a tal proposito, che è sicuramente divertente e, se non avete già letto il libro, ve lo voglio raccontare...

Com'è noto, Axel Munthe era un grande animalista e nella sua villa ad Anacapri ospitava un gran numero di animali tra cui vari cani, gatti, tartarughe, una mangusta e un babbuino di nome Billy che, oltre ad essere terribilmente dispettoso nei confronti di chiunque, aveva il vizio dell'alcol (vizio che aveva appreso dal suo precedente padrone, l'americano dottor Campbell).

Munthe racconta che appena ritornato sull'isola dalla fortunata spedizione in cui aveva ritrovato la mitica sfinge di granito che attualmente sorveglia il golfo da San Michele, sentiva le campane di Capri suonare incessantemente.
Venne a sapere che don Crisostomo, il parroco di Capri era morto il giorno precedente nel sonno. Pare che questo don Crisostomo fosse il più ricco tra i capresi, ma che trattasse molto male tutti i suoi fittaioli, senza mai far del bene a nessuno. Agli isolani pareva quasi ingiusto che un uomo così malvagio avesse avuto il privilegio di morire nel sonno...

Invece don Antonio parroco di Anacapri e suo amico si era slogato una caviglia. Secondo la gente, era caduto per colpa di una iettatura del suo "collega" appena morto.

Poco dopo venne a sapere che il babbuino Billy in sua assenza si era comportato molto male: aveva rotto gli occhiali a un forestiero lanciandogli una carota in testa; si era azzuffato con tutti i cani; aveva rapito un gattino portandolo sul suo albero e gli aveva strappato tutti i peli; si era mangiato le 7 uova di Amanda, la tartaruga più grande; e aveva rubato diverse bottiglie di vino dalla cantina.
La scimmia era stata rinchiusa in una gabbia per punizione, ma era riuscita a scappare, per poi farsi ritrovare sul monte Barbarossa completamente ubriaca quella stessa mattina.

Munthe non ebbe il tempo di castigare la scimmia, poiché doveva andare a trovare il suo amico don Antonio che per mezzo secolo era stato il più grande nemico di Don Crisostomo.

Giunto a casa di don Antonio, questi era a letto con il piede gonfio ma un grande sorriso in volto. Pareva che nella notte, nella chiesa di Capri il corpo e la bara di don Crisostomo, posti su un catafalco sull'altare maggiore, avessero preso fuoco e si fossero completamente carbonizzati!
Munthe scese giù a Capri incuriosito. In piazzetta c'era grande agitazione. C'era chi diceva che fosse stato il DEMONIO in persona a far cadere un cero sul drappo di velluto della coltre mortuaria. Altri dicevano fosse stata una banda di briganti che volevano rubare le reliquie di San Costanzo. Ma non mancava nessun oggetto prezioso...
Uscito dalla chiesa, Munthe si aggirò nei dintorni. Il pavimento dello Zum Kater Hiddigeigei, ritrovo della colonia tedesca, era cosparso di bicchieri rotti ed era stata rubata una bottiglia di whisky. La farmacia era anch'essa devastata. La sala espositiva del professor Parmigiano, mediocre artista locale, pure era completamente a soqquadro, con tutte le tele e le cornici fatte a pezzi. Uno dei quadri, il "Tiberio nuotante nella grotta azzurra" era stato impiastricciato di pittura...

Scartata l'ipotesi dei briganti, pur restando chi ancora sospettava  del demonio, i capresi diedero la colpa di ciò che era successo agli anacapresi, i nemici storici. Munthe, un po' inquieto, decise di ritornare ad Anacapri dove nel frattempo si stava preparando una grande festa nella piazza, con tanto di banda e fuochi d'artificio!
Seppur felice per i suoi concittadini ciammurri, decise di rincasare, ma giunto alla sua dimora, trovò Billy che infastidiva la tartarugona: le bussava sulla parte posteriore del guscio, dove stava la coda e quando questa tirava fuori la testa per vedere cosa stesse accadendo, lui la colpiva con un forte pugno in faccia...

Allora, Munthe arrabbiatissimo acchiappò il babbuino per la cintura. Stavolta l'aveva finalmente in pugno! Ma proprio quando stava finalmente per frustarla si accorse di qualcosa... Le dita  Derano sporche di pittura e la coda bruciata... In quel momento cambiò umore e disse a Billy: "dimmi, chi è stato a buttar giù il candelabro? Sei stato tu o tuo padre, il Demonio?!"

 

 

Antonio De Gregorio