Si narra che Michelangelo, contemplando una sua scultura appena terminata, (il Mosè), meravigliato dalla perfezione della sua opera, le scagliò contro il martello urlandole “PERCHÉ NON PARLI?!”.
Ma veniamo alle cronache capresi. Già c’era stato il panico generale per il caso di positività al coronavirus presentatosi ad Anacapri il 26 marzo, ma lo stesso intervento pubblico del ragazzo ammalato che spiegò nei dettagli la sua vicenda servì a tranquillizzare tutti o quasi. E in quella ritrovata tranquillità, accompagnata da un naturale allentamento della pressione, dovuta anche alle buone nuove nazionali, ci stavamo crogiolando, quasi convinti di essere ormai al sicuro.
Eppure c’era gente che ancora si dannava: “stanno arrivando i falsi residenti”, “sono stati fatti dei tamponi”, “ci sono dei maggiordomi filippini”... Sull'esempio di Anacapri, anche a Capri si arriva così alla pubblicazione di un'infografica sulla pagina FB della Città, la quale riporta 0 tamponi effettuati, e di conseguenza 0 positivi e 0 negativi. Ne nasce un diverbio social tra l’avvocato Concetta Spatola, pasionaria del diritto alla salute sull'isola, e Mario Cacciapuoti, dipendente del Comune, con la Spatola che invita a riferire qualche informazione: davvero non è stato effettuato alcun tampone? La risposta non arriva, ma l’assessore Bruno D’Orazi specifica in un altro commento che l’infografica è riferita ai soli dati odierni (del 1° aprile).
Mah... Il primo aprile, viene pubblicato anche un intervento video del sindaco Marino Lembo, teso a calmare le acque: non ci sono casi; il 118, che è l’unico organo responsabile dei tamponi, ha ricevuto un paio di segnalazioni, ma in entrambi i casi non ha ritenuto di dover procedere alle analisi. Quindi NO agli allarmismi.
Poi la sera del 3 aprile la doccia gelata: alle 19.45 la comunicazione di una nuova ordinanza che obbliga all'uso della mascherina anche per strada. Dopo due ore la notizia che una concittadina è stata trovata positiva al coronavirus, è asintomatica, si valuterà la quarantena vigilata o il trasferimento in una struttura sanitaria; altri due tamponi sono in attesa di risultato: il panico. Perché le hanno fatto il tampone se asintomatica? Con chi ha avuto contatti nei giorni precedenti?
Ma una notizia un po' originale non ha bisogno di alcun giornale. Come una freccia dall'arco scocca, vola veloce di bocca in bocca.
E in tempi di quarantena le notizie volano su whatsapp e facebook. In pochissimo tempo spuntano, da ogni dove, informazioni neanche tanto sicure, sull'identità della signora, su dove abiti, quando sarebbe arrivata, dove l’avrebbero vista, con chi avrebbe cenato, eccetera... Voci talvolta contrastanti. Ma alcune cose sarebbero appurate dai servizi investigativi del popolo.
La signora, non caprese, sarebbe arrivata qui già agli inizi di marzo e in realtà i sintomi di un possibile coronavirus li avrebbe accusati già dal 25, tanto da richiedere con insistenza un tampone.
E proprio queste “notizie” non confermate, ma neanche smentite, contrasterebbero con quanto affermato precedentemente dal Comune.
Ci si aspettava dunque nella giornata seguente, un comunicato del sindaco, o di qualche assessore, che so, una smentita, un’assunzione di responsabilità, o magari un j’accuse al 118 che non li avrebbe debitamente avvertiti... Invece niente.
Solo in serata una nuova infografica, anche piuttosto confusa, tanto che qualcuno la confonde per un enigma del Palillo... e sta ancora cercando il tesoro.
Intanto la paura è montata finendo per diventare rabbia: l’umore collettivo è ben espresso da un post di Luigi Aprea che raccoglie centinaia di approvazioni e condivisioni.
Ma le domande sono tante. Quando è veramente arrivata a Capri l’ammalata? Dove ha fatto la spesa? Come ha buttato i rifiuti? Ha avuto contatti con qualcuno? Ha preso mezzi pubblici? Ha indossato protezioni? Le istituzioni cosa sanno? C’è un responsabile della comunicazione? D’ALEMA DÌ QUALCOSA!