"La terra dei cachi", Elio e le storie tese, 1996.
Il sequestro di aule scolastiche abusive è un avvenimento che si addice più al wishful thinking di un alunno svogliato che alla realtà. E invece, essendo ancora troppo presto per i compiti in classe con annesse pratiche propiziatorie di eventi improbabili, il sequestro delle due aule prefabbricate dell’istituto Axel Munthe è notizia vera.
Come una scuola possa essere abusiva è poi cosa difficile da spiegarsi: in fondo Aristotele insegnava sotto un portico e, nonostante l'acclarata mancanza di pareri sanitari e titoli edilizi, non sembra che i risultati siano stati malvagi. Certo oggi le cose sono un po’ più complicate: né gli alunni, né i filosofi, né le leggi sono quelli di una volta. In fondo però, quando, fino all'anno scorso, la campanella suonava ancora nelle aule della Certosa di San Giacomo la suggestione di frequentare una sorta di scuola di Atene, con il suo carico di ingenua retorica, riusciva a sopravvivere e va riconosciuto che la possibilità di studiare e cazzeggiare tra le celle ed il chiostro della Certosa, oppure in uno dei tanti edifici storici adibiti a scuola che costellano il nostro paese, è uno dei pochi motivi per cui, in questi anni, potremmo dirci fieri di essere italiani.
Se fossimo in Germania avremmo certamente bisogno di scatoloni di cemento per studenti, qui in Italia avremmo avuto solo bisogno di manutenzione costante degli edifici esistenti. Gli edifici, si sa, non sono solo mura, cemento ed architetture interessanti, ma sono soprattutto quello che contengono. Tenerci una scuola mantiene probabilmente un edificio più vivo di qualsiasi mostra o collezione d'arte.
In ogni caso, tornando ai prefabbricati sotto sequestro, è evidente come essi siano lì a causa di anni di incuria. Tesi verso la costruzione del nuovo grande istituto, che sarà finalmente pronto l'anno prossimo, abbiamo dimenticato il presente per qualche decennio fino a quando non si è potuta più differire la soluzione ad una situazione insostenibile. La soluzione erano appunto i prefabbricati, montati in quattro e quattr'otto e senza farsi tanti problemi burocratici a causa dell'emergenza.
Ora, a parte il discorso sull'istruzione che meriterebbe un ragionamento molto più approfondito, c'è da chiedersi: "E' politicamente accettabile che le istituzioni locali deroghino alle normali regole amministrative seppur per motivi di pubblica utilità?" A noi verrebbe da dire di no. Come potrebbe infatti un'istituzione accusata di abusivismo anche solo biasimare i piccoli o i grandi abusi dei cittadini? Ci pare poi tanto più grave che i manufatti sotto inchiesta siano aule scolastiche, non si può far arrivare ai ragazzi un messaggio del tipo: "Rispetta le regole, ma se hai bisogno fottitene delle regole". La scuola può e deve insegnare a pensare fuori dagli schemi, ma non può spingersi oltre la legge, nemmeno in caso di necessità.
Comunque quel che è fatto è fatto e speriamo in una rapida soluzione dell'emergenza.
Ci piacerebbe però avere una rassicurazione: altre opere pubbliche frutto di iter amministrativi disinvolti o, peggio ancora, abusive non ce ne sono, vero? O dovremmo temere per altri sequestri?